In Austria le nuove idee furono accolte solo nel 1897, da un numero ristretto di artisti e artigiani che lavorarono a Vienna e fondarono il gruppo della Secessione viennese. Gli animatori del gruppo furono il pittore Gustav Klimt e gli architetti Josef Maria Olbrich e Josef Hoffmann. Organo della Secessione viennese fu la rivista "Ver Sacrum", fondata nel 1898. Nel campo delle arti decorative, la maggior parte dei mobili, argenti, vetri, ceramiche e lavori in metallo furono prodotti, in proprio o affidando i disegni alle più importanti manifatture locali, dai "Laboratori Viennesi" (Wiener Werkstätten), fondati nel 1903 da Josef Hoffmann (1870-1956).
L’Art Nouveau austriaca trae ispirazione, da una parte, dalle semplici forme dell’Arts and Crafts inglese e, dall’altra, dalla linearità della scuola di Glasgow. Lo stile si sviluppò quasi esclusivamente secondo forme lineari e geometriche. La produzione di Hoffmann è caratterizzata dal motivo decorativo del quadrato, ripetuto in modo aritmico su pavimenti, soffitti, tavoli, tappeti, tende e infissi dei suoi interni e nel traforo dei lavori in metallo. Scelse spesso il raffinatissimo accostamento solo del bianco e del nero. I suoi mobili, per i quali utilizzava legni pregiati, seguono forme rettangolari e linee rette e, in alcuni casi, hanno la base ricoperta in ottone battuto.
Anche i mobili di Josef Maria Olbrich (1867-1908) ricordano forme geometriche, ma dalle linee più morbide e circolari. Realizzò pannelli intarsiati con legni da frutto e madreperla dalla decorazione astratta. Koloman Moser (1868-1918), più noto come pittore e grafico, realizzò oggetti in vetro incisi ad acido e ricoperti da smalti e oggetti in metallo. Caratteristica comune di questa sua produzione è l’uso di piedi a sfera come base dei pezzi.
Molto presto l’importanza dell’ornato, in architettura come nelle arti decorative, lasciò il posto alla base razionale e costruttiva e l’Austria, prima degli altri paesi, abbandonò l’Art Nouveau.
Itinerario Liberty - Planning and Realization - Stefano Pelosi - www.stefanopelosi.it